CLUB DELLA BECCACCIA ITALIA
La Conservazione della Beccaccia, intesa come concreta possibilità per la specie di persistere ed accrescersi a lungo termine, è una priorità imprescindibile per un vero cacciatore di beccacce. Raggiungere il giusto equilibrio tra le esigenze del prelievo venatorio e la necessità di conservare la beccaccia è il fine ultimo del nostro Club. Infatti, ciò che è un bene per la beccaccia, a lungo termine lo sarà sicuramente anche per il cacciatore di beccacce
La Storia
Quello che a molti sembrava una cosa improbabile è, finalmente, una realtà viva ed operante: il Club della Beccaccia si è felicemente costituito e, con la pubblicazione di questo primo numero de “La Regina del Bosco”, stà dando voce e sostanza ai suoi programmi ed alle sue aspirazioni.
Questo moto spontaneo di adesione ad una Società di Caccia, sia pure specializzata, è un sintomo di grande importanza che segnala la profonda evoluzione che sta maturando sul piano culturale e morale tra i veri cacciatori ove, di diritto, in prima fila, sono sicuramente i cacciatori di beccacce, silenziosi e modesti, ma certo tra i più evoluti e valorosi attori e cultori della grande Arte Cinegetica, quella esercitata sulla scena silente delle selve, ove ogni gesto ed ogni azione venatica si sublima di panici sensi, assurgendo a valore simbolico di antico rito ancestrale.
Chi siamo? Che cosa vogliamo? Quali i nostri programmi?
L’Assemblea Costituente di Ravenna ha già dato una precisa risposta a tall quesiti con l’approvazione unanime dello Statuto che sintetizza, attraverso la serrata essenzialità dei suoi articoli, la ragion d’essere, gli scopi, le aspirazioni, di tutta una vasta ed elettissima categoria di cacciatori appassionati, coscienti e consapevoli come, infatti, testimoniano i primi quattro articoli dello Statuto stesso, qui a lato pubblicato.
Ma quello che nello Statuto non è detto, ma che è doveroso ricordare, è stata l’entusiastica adesione dei partecipanti all’Assemblea che, in numero rilevantissimo, malgrado si fosse in periodo già estivo, spontaneamente convennero in Ravenna da ogni Regione italiana ed è stata la decisa concretezza
realizzatrice dimostrata da tale Assemblea dove, forse per la prima volta in Italia, si è parlato veramente di caccia con sorprendente inctentità di concetti tra veri cacciatori di ogni estrazione, accomunati dalla stessa passione: la beccaccia, il solo selvatico che oggi è possi bile cacciare col cane da ferma con piena soddisfazione, indipendentemente dalla entità delle catture, in quanto esso è l’ultimo “vero selvatico” offertoci spontaneamente dalla natura.
Se si pensa, infatti, che per sopperire alla usura della caccia, oggi in Italia vengono allevati artificialmente, addirittura su scala industriale e, poi, introdotti negli ambienti campestri, silvani e montani, tutti gli altri uccelli idonei alla caccia col cane da ferma, dalle stame alle rosse, dai cotorni, alle quaglie, ai fagiani, sino ai pur superbi tetraonidi ed a molte varietà di anitre, è chiaro come la beccaccia, che non si piega ad artificiosi compromessi con l’uomo, assurga necessariamente ai nostri occhi a simbolo di sola, autentica selvaggina, cacciabile col cane da ferma, ultima rappresentante, quindi, dello spirito eterno della caccia vera per cacciatori veri!
Monumento al cane
I Progetti
Caro Gramignani,
Credo sia il momento che la Commissione Scientifica scelga un programma da portare avanti seriamente al fine di rendere operante una delle spinte base per cui il Club è nato.
Ritengo sia utile che alcuni obiettivi coincidano con quelli del C.N.B. francese in modo da portare un contributo unitario alla soluzione di problemi di fondo.
Faccio pertanto seguire un elenco di eventuali campi di indagine:
1) Indagini parallele a quelle francesi su:
a) Proporzione fra i sessi
b) Proporzione giovani-adulti
c) Studio delle due eventuali popolazioni “beccacce grosse’’ e “beccacce piccole’’.
Per tali studi sarà necessario trovare persone valide, meglio se qualificate, cui eventualmente spiegare le metodologie da seguire al fine di ottenere dati confrontabili.
2) Indagine sulla quantità di beccacce uccise annualmente in Italia; studiare cioè un modo di collaborazione con i Comitati Provinciali Caccia affinché obblighino a segnare sui tesserini (restituendoli) il numero cli beccacce abbattute.
È evidente l’importanza prioritaria ditale indagine, preliminare a qualsiasi discorso di pianificazione di abbattimenti ecc.
3) Indagini sull’4ndamento del passo nelle varie regioni (relazione annuale): è indispensabile trovare collaboratori regionali (meglio se provinciali) coordinandone i dati, elaborati con notizie meteorologiche.
4) Indagine pianificata sulla reale entità della nidificazione in Italia (semmai corredata con le più facili osservazioni della croùle).
È utile sottolineare come come lo studio della beccaccia evidenzi il fatto che i dati forniti dai cacciatori sono indispensabili alla sua migliore conoscenza, cosa questa che potrebbe riqualificare la caccia agli occhi del “pubblico”.
Iniziative collaterali, che forse dovrebbero più utilmente essere portate avanti dal Club nel suo complesso:
1) Divieto di caccia all’aspetto
2) Divieto di caccia dopo il 28 febbraio (purchè a livello europeo).
Molte cordialità
SILVIO SPANÒ
Foto dalla copertina del primo numero di “La Regina del Bosco” gennaio 1976!
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